La Cooperativa L’Italiana di Bancole, allora Societa’ Agricola Cooperativa e di Mutuo soccorso di Porto Mantovano, fu fondata nel 1868 da 12 volenterosi pionieri con lo spirito di aiutare i tanti poveri e bisognosi di quell’epoca. Erano infatti tempi difficili, in particolare per il Mantovano e per i braccianti agricoli: circa la metà di loro erano disoccupati e spesso costretti ad emigrare; ma anche quelli che lavoravano non se la passavano meglio: avevano un salario molto basso che non garantiva loro il livello di sussistenza. La miseria era tale che gli uomini e le loro famiglie soffrivano di fame e vivevano in condizioni igienico-sanitarie precarie che aiutavano il diffondersi delle malattie, tipicamente della pellagra, causata dalla generale denutrizione che affliggeva la maggioranza della popolazione.
L’indigenza diffusa e le disparità sociali del periodo erano aggravate dalla linea conservatrice del Governo italiano, che per mezzo della tassa sul macinato del 1869 impoverì ulteriormente il mondo agricolo, determinando anche sommovimenti sociali e rivolte.
Prima della seconda metà del 1800 povertà e sofferenza venivano accettate come un elemento intrinseco alla vita umana. Aiuti ai bisognosi erano limitati a semplici opere di carità da parte delle Opere Pie o dei Signori del tempo.
La fondazione tra le primissime della Società Agricola Cooperativa di Porto Mantovano e in seguito di altre Mutue segna storicamente l’avvento delle prime embrionali forme di welfare.
Le nostra Mutua era ed è sempre stata fortemente legate al territorio e fondata sulla solidarietà, da perseguire in modo umanitario, pacifico e cristiano. L’obbiettivo originario dei 12 fondatori era di aiutare i lavoratori agricoli nei mesi invernali, quelli economicamente più difficili. Con la crescita della Mutua si è potuto rispondere anche ad altri bisogni fondamentali come assistere i soci disoccupati a causa del grande esubero di manodopera in campo agricolo, quelli malati o anziani in difficoltà. Un’altra attività di grande aiuto concreto era la vendita ai soci di beni di prima necessità a prezzi vicini a quelli di produzione, fungendo da gruppo d’acquisto.
In seguito all’industrializzazione la nostra Mutua si è aperta anche ad operai e artigiani crescendo ulteriormente.
Il numero e la dimensione delle Mutue crebbe moltissimo in quel periodo, e anche a causa della loro connotazione politica e sociale, lo Stato cercò quindi di frenarle, legiferando per limitarne l’operatività.
La nostra Società Cooperativa rischiò di essere soppressa, come avvenne per molte altre, ma nel 1872 riusci ad evitarlo dimostrando di operare in modo strettamente mutualistico ed estraneo a connotazioni politiche.
Data l’enorme importanza sociale dell’opera mutualistica a sostegno dei più bisognosi, lo Stato non poteva semplicemente limitarsi a contenere queste organizzazioni, ma fu costretto a dare risposte concrete a questi bisogni fondamentali, assumendo sempre di più in proprio alcune attività svolte dalle Mutue.
Questo processo graduale innescato dal movimento mutualistico porterà quindi alla nascita di un welfare pubblico nazionale e al conseguente miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza della popolazione che passò cosi dalla povertà ad una condizione di relativo benessere e sicurezza. La nostra Società Cooperativa ha il merito di aver contribuito a costruire nel tempo questa grande conquista sociale.
L’attività della Società Cooperativa si è poi evoluta nel tempo, adattandosi al crescente intervento diretto dello Stato, ampliando la vendita di prodotti alimentari e dando sempre più importanza ad iniziative culturali e ricreative per favorire l’aggregazione tra i soci, tra cui spicca il Cine-Teatro Brasil. A 150 anni dalla sua nascita pionieristica possiamo senz’altro dire che i valori costitutivi della Cooperativa sono assolutamente validi e attuali, cosi come sancito dall’articolo 45 della Costituzione.